mercoledì 12 agosto 2009

Mustafà I, il nevrotico.


Mustafà I fu sultano dell'impero ottomano, per quattro anni complessivamente, dal 1617 al 1618 e dal 1622 al 1623. Ma andiamo per ordine, vediamo come andarono i fatti.
Nasce nel 1592 a Manisa a ovest da Istambul, e muore nel 1639, a quarantasette anni.
Suo padre, Mehmet III, aveva un primogenito, Ahmed I che era bello, buono e un ottimo spadaccino.
Perchè buono? Fu così carino da non assassinare suo fratello Mustafà I, come invece fece loro padre Mehmet III, che appena salito al trono, nel 1595, fece trucidare i suoi sedici fratelli, per assicurarsi la corona (la famosa "legge del fraticidio" n.d.a)
Perciò non era solo buono, Ahmed era un meraviglioso fratellone baldanzoso, pare sia stato l'unico sultano a prendere le redini del immenso impero quando ancora era minorenne.
Fatto sta che tutti gli volevano bene, era espertissimo nel importante arte della spada, ed un prode cavallerizzo.
Quando solcava spavaldo le onde della popolarità si fece costruire Ahmediye Cami, che ora viene soprannominata La Moschea Azzurra.
Successivamente la potenza dell'impero cominciò a traballare, perchè Ahmed s'era seccato di dimostrarsi interessato alla sorte dei suoi sudditi, appioppò le scartoffie ai ministri, gli apparati burocratici cominciarono a cedere sotto il peso della corruzione. venne indotto l'uso del tabacco, cosa del tutto eccezionale. I corridoi del palazzo risuonarono presto di macchinazioni sovversive bisbigliate negli angoli e di colpi di tosse catarrosa.
Nel 1617 muore di tisi.
E qui subentra il fratello sopravvisuto, il piccolo, esile Mustafà I. Certo suo fratello era stato tanto gentile da non ucciderlo, ma piano. Per tutta la durata del suo impero lo confinò infatti in una segreta. Quattordici anni vissuti intensamente.
Quando Ahmed muore, Mustafà fa un inchino e si fa posto nelle pagine di Wikipedia.
Ebbe un regno infelicissimo. Pare fosse un poco scemo, nevortico, comunque visibilmente alterato. Sarà per questo, forse, che dopo solo un anno fu preso per un orecchio e trascinato giù dalla scala dei potenti, in favore di suo cugino Osman II.
Mustafà ci mise quattro anni per capire cosa stesse succedendo, ma quando rinsavì lo fece tempestivamente assasinare. Tiè.
Ora. Non tutti i fratelli sono dei dispettosi vendicativi compari d'infanzia. Il fratello del ormai defunto Osman II, Murad IV, esasperato, chiude questo can can di omicidi, imprigionando il povero Mustafà I il quale dopo sedici anni di solitudine muore, di noia, probabilmente.
La morale è: Non uccidere tuo fratello neanche se attenta al tuo sacrosanto status sociale. Se hai un garage sbatticelo dentro.

martedì 11 agosto 2009

Bruno Persa è l'avvoltoio; quello basso.

Bruno Persa.
http://www.youtube.com/watch?v=A8OBvyh7PtA&feature=PlayList&p=C251B560B576D39A&playnext=1&playnext_from=PL&index=1

Bruno Persa.


Oggi ci dedichiamo ad un personaggio probabilmente notissimo al interno del suo giro, ma a me francamante sconosciuto. O meglio semi sconosciuto. La sua voce è famosissima. Il doppiaggio italiano è sempre stato al di sopra di un certo livello eurepeo, e raggiunse il suo picco circa trent'anni fa. Bruno Persa doppiò Humprey Bogart nel Il grande sonno. E uno dice che uomo meraviglioso che voce vellutata che adorabile stronzo.
Poi scopri che oltre al doppiaggio di film seri e belli e piuttosto importanti, la sua voce ha dato carattere al strepitoso Re Stefano nella Bella Addormentata Disneyana nel 1959, nonchè nel mitico Merlino della Spada nella roccia 1963 ("merlino-merlino-merlino-o", per i conoscitori) e attenzione-attenzione diede voce ad una bestiola che ancor oggi mi commuove. Si tratta del meraviglioso avvoltoio del Libro della giungla (1967), precisamente il volatile basso col becco strano tondo.
Si accettano proposte per nuovi personaggi.